La legge di riforma della cittadinanza giace in Senato da due anni, e non è garantito che si riesca ad approvarla entro il termine della legislatura. Sosteniamo convintamente il progetto di riforma, e in attesa che la situazione si sblocchi, proponiamo un atto simbolico ma al tempo stesso molto concreto: conferire la cittadinanza onoraria ai bimbi nati in Italia da genitori stranieri che risiedono legalmente nel territorio di Vignola.

Una legge equilibrata
La legge di riforma della cittadinanza giace da due anni in Senato, dopo essere stata approvata alla Camera. C’è ancora una flebile fiammella di speranza che la legge possa essere approvata. Conosciamo bene gli eventi che negli ultimi tempi hanno reso l’opinione pubblica italiana ed europea guardinga, quando non apertamente ostile, nei confronti delle migrazioni: l’ondata di rifugiati dai conflitti; l’aumento della pressione migratoria dal continente africano; il diffondersi degli attacchi terroristici; la crisi economica non ancora appieno riassorbita. Questi processi hanno nutrito l’avversione crescente per le forze della globalizzazione; hanno rafforzato i nazionalismi, i regionalismi, i localismi, i nativismi; hanno esaltato le pulsioni xenofobe e razziste. Al punto che prender partito per una ragionevole revisione della normativa sulla cittadinanza è apparso un atteggiamento pericoloso sotto il profilo del consenso dell’opinione pubblica e dell’elettorato. Il travisamento dei fatti è riuscito a far credere a larga parte del pubblico che basti nascere in Italia per ottenere la cittadinanza, ignorando le tante condizioni restrittive che ne circondano la concessione. La legge in discussione è frutto di bilanciamenti e di compromessi, è sicuramente perfettibile e non soddisfa pienamente – tra le persone ragionevoli – né i più prudenti né i più generosi. Ma è una buona legge, che viene incontro alle aspettative di un gran numero di famiglie e di giovani e giovanissimi, che vivono in Italia con l’intenzione di continuare a viverci e di farne la loro patria adottiva. La teoria, ma anche l’osservazione empirica, oltreché il buonsenso, suggeriscono che la buona integrazione, l’inclusione, la piena partecipazione alla vita sociale sono fattori che rendono le migrazioni un gioco a somma positiva. La normativa sulla cittadinanza è uno strumento assai utile per ottenere questo fine e, pur con alcune criticità, la legge in questione va nella giusta direzione.
Cosa dice il disegno di legge?
Il testo di legge propone di espandere i criteri per ottenere la cittadinanza italiana e riguarda soprattutto i bambini nati in Italia da genitori stranieri (o arrivati in Italia da piccoli); la nuova legge, lungi dal riconoscere l’acquisto automatico della cittadinanza per effetto dello ius soli c.d. puro (per la sola nascita nel territorio dello Stato), come avviene negli Stati Uniti, in Canada e molti Paesi dell’America meridionale, ma privo di riconoscimento all’interno dell’Unione Europea, introduce due nuovi criteri per ottenere la cittadinanza prima dei 18 anni: lo ius soli temperato e lo ius culturae; lo ius soli temperato prevede che il bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni, e se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’U.E., deve aderire ad altri tre parametri:
- deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale;
- deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge;
- deve superare un test di conoscenza della lingua italiana;
per effetto dello ius culturae, potranno chiedere la cittadinanza italiana i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno 5 anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie); ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
La nostra proposta: cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri
Nell’attesa che si concretizzi la riforma della cittadinanza (ci auguriamo entro il termine della legislatura), pensiamo che le istituzioni locali, particolare i comuni, che sono titolari della funzione relativa all’anagrafe civile, possano fare qualcosa. Magari nulla di realmente sostanziale, ma anche solo un piccolo gesto simbolico può significare molto per chi vive in Italia da quando è nato e si sente a tutti gli effetti membro della nostra comunità. Per questo, abbiamo presentato una mozione, da discutere nel prossimo consiglio, con cui chiediamo all’amministrazione, oltre a sostenere, per quanto di competenza, la proposta di legge sullo ius soli, e a favorire una cultura della tolleranza e dell’accoglienza, anche di mettere in campo un’azione concreta: sulla scia di quanto avviene già in altri comuni italiani (tra cui, vicino a noi, Spilamberto), conferiamo la cittadinanza onoraria ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. Un gesto simbolico, come dicevamo, ma che racchiude tanto: non solo l’attenzione e la cura con cui le istituzioni accolgono chi non ha scelto dove nascere, ma anche l’invito e l’aiuto a integrarsi pienamente nel nostro Paese e nella nostra cultura, per far sentire questi bambini e queste bambine finalmente accettati come parte della nostra comunità.
Qui è possibile leggere il testo della mozione che abbiamo depositato:
Cittadinanza onoraria